“LA CITTÀ SUL MONTE” E “LA CITÉ DE LA LUMIÈRE”
Il terzo millennio era alle porte, pieno di attese e di promesse. Stava per iniziare anche l’Anno Santo, e papa Giovanni Paolo II raccomandava di viverlo in spirito di carità con opere verso i più bisognosi. Accogliendo l’invito, noi della Città sul Monte ci proponemmo di impegnarci, non soltanto come singoli, ma anche come Associazione, in qualche particolare iniziativa.
Lo spunto ci venne offerto da père Marc, un giovane sacerdote africano che, quand’era seminarista, aveva partecipato alle nostre attività di Crissolo. Tornato nel proprio paese – il Togo – ci teneva informati sulla vita della parrocchia che gli era stata affidata: una comunità vivace, ricca di ragazzi, di animatori e di catechisti molto attivi. Avrebbe voluto dar vita ad una iniziativa simile alla nostra, ma non disponeva di denaro né di una casa adatta.
Qualcuno avanzò l’ipotesi di procurargliela noi stessi. Obiettivo nobile ed accattivante, che però sembrava irrealizzabile in quanto allora stavamo ancora pagando i debiti contratti per la ristrutturazione della casa di Crissolo. Tuttavia l’idea non fu accantonata; anzi, maturò soprattutto ad opera di Giorgio, nostro antico compagno di avventure tra i ragazzi ed esperto conoscitore dell’Africa. Ci spiegò che i costi dei terreni e delle costruzioni laggiù erano molto modesti e propose di approfondire il discorso con père Marc, il quale – naturalmente – se ne entusiasmò.
Da parte nostra, avviammo una consultazione tra i ragazzi che avevamo incontrato nel corso degli anni. Ormai adulti e inseriti nel lavoro, in molti aderirono all’iniziativa, disponibili a contribuirvi finanziariamente.
La strada era aperta!
Père Marc si mise all’opera: coinvolse i propri collaboratori, con il consenso del Vescovo costituì un’associazione come la nostra, individuò un ampio terreno non lontano dalla città – Atakpamè – raggiungibile con una strada sterrata, ma … privo di acqua potabile, energia elettrica, rete fognaria …
Difficoltà insormontabili per noi, ma non per Giorgio, il quale incoraggiò père Marc e noi stessi ad affrontare l’avventura, offrendosi come guida.
Le prime offerte raccolte servirono per l’acquisto del terreno, lo scavo dei pozzi per l’acqua e per la fogna, l’installazione di un potente generatore di corrente, l’inizio delle opere murarie. Con l’avanzamento dei lavori noi provvedevamo ad inviare il denaro che i nostri amici fornivano con ammirevole generosità.
Intanto da Genova, diretti al porto di Lomé, partivano container carichi di attrezzature che laggiù sarebbero state difficili da reperire.
In due anni l’impresa venne felicemente conclusa: una casa nella struttura simile a quella di Crissolo, un po’ più piccola – novanta posti letto – con ambienti moderni e accoglienti, ampi spazi esterni per i campi da gioco e un frutteto. Tutto pronto per l’inaugurazione! Vi parteciparono don Nino e Giorgio, che ne tornarono molto soddisfatti.
Era nata “La Cité de la Lumière” (non la si poté chiamare “La città sul monte” perché in quella zona le montagne proprio non esistono).
Così, da altre vent’anni, i ragazzi che popolano festosi la casa affacciata al Monviso e quella immersa nella lussurreggiante vegetazione del Golfo di Guinea sono uniti da un ponte ideale di ALLEGRIA, di AMICIZIA, di ANIMA.